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“Sui progetti per i Fondi Ue la Città Metropolitana deve ampliare i propri confini e poter lavorare senza il peso della burocrazia”

Sui progetti per i Fondi Ue la Città Metropolitana deve ampliare i propri confini e poter lavorare senza il peso della burocrazia”

Il sindaco Spinelli interviene nel dibattito lanciato dal senatore Parrini avvicinando anche i comuni del Cuoio e le piccole e medie imprese

FUCECCHIO, 22 GIUGNO 2020. Un’occasione da non perdere ma anche un’occasione per ampliare i propri orizzonti. Secondo il sindaco di Fucecchio Alessio Spinelli, nella partita per ottenere i fondi europei anti Covid e finanziare progetti di sviluppo, la Città Metropolitana di Firenze e l’Empolese Valdelsa non dovranno restare chiusi nei propri confini.
“E’ il momento – dice – di pensare progetti a tutto campo che coinvolgano anche i territori limitrofi ma affini. Non si può parlare di sviluppo economico prescindendo dal comprensorio del cuoio e della calzatura o parlare di temi ambientali senza considerare che le nostre aree naturalistiche di pregio insistono anche sulle province limitrofe, come nel caso dei 2 mila ettari del Padule di Fucecchio o del Montalbano. L’Empolese Valdelsa ha oggi una grande opportunità: quella di giocare un ruolo di cerniera per lo sviluppo di tutta la Toscana, nell’industria e nell’artigianato ma anche in ambito turistico e ambientale; basti pensare al Pil della nostra zona che pesa in maniera determinante sull’economia toscana.

Con queste parole il primo cittadino di Fucecchio entra nel dibattito lanciato dal senatore Dario Parrini sul tema dei fondi che l’Unione Europea destinerà all’Italia per la ripartenza dopo la crisi causata dall’epidemia di Covid-19.
“Non è sufficiente in questa fase – prosegue Spinelli – parlare delle singole infrastrutture. Non voglio parlare delle priorità come la Strada Regionale 436, i nuovi sistemi di smaltimento dei rifiuti, l’istruzione, le infrastrutture tecnologiche come la banda larga da portare anche nelle zone più periferiche e di altri temi che necessitano di scelte importanti. Tutte cose importantissime da affrontare ma credo che prima di farlo sia determinante definire la cornice nella quale inserire le nostre necessità. Quale futuro vogliamo per il nostro territorio e per l’intera Città Metropolitana di Firenze? Come vogliamo sfruttare le potenzialità e la tecnologia dei nostri distretti industriali in tema di produzione e di rispetto ambientale per allinearci ai paesi del nord Europa? Se non rispondiamo prima a questi quesiti rischiamo di confrontarci al ribasso, cercando di portare a casa ognuno la propria piccola priorità senza sfruttare un’occasione epocale. E’ nei momenti di difficoltà, come lo fu nel dopoguerra, che si individuano le opportunità di rilancio di un paese come l’Italia. Dobbiamo fare la nostra parte ma non come singoli, partendo dall’Empolese Valdelsa per allargare i confini, coinvolgendo le aree limitrofe e prospettando un progetto di sviluppo e di crescita attraverso una nuova stagione di programmazione con tavoli di concertazione tra pubblico e privato. La politica italiana si lamenta spesso dell’Europa, in molti casi anche senza un motivo reale ma più per nascondere le proprie colpe. Oggi invece dobbiamo essere consapevoli che l’Europa ci mette di fronte ad un’opportunità che non c’è mai stata prima e che può veramente prospettarci un futuro di sviluppo. Lo sforzo economico messo in campo da Bruxelles è enorme ed è rivolto in maniera massiccia all’Italia. Occorre però farsi trovare pronti con progetti concreti e di facile attuazione, depurati dalla burocrazia che rallenterebbe e svilirebbe il raggiungimento dell’obiettivo. Solo se proporremo soluzioni immediatamente realizzabili con progetti per le piccole e medie imprese centreremo l’obiettivo”.

Franca Ciari

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