Dall’Urbs alla Civitas per nuove urbes con identità forte, un ethos e un set di valori.

“Rigenerare la urbs tramite la civitas”, il convegno che ha avuto luogo il 16 maggio scorso al Cenacolo degli Agostiniani di Empoli il cui focus è sul tema dell’abitare, promosso da Sintesi Minerva e da Urban Housing Coop.net, il network formato da realtà del terzo settore, cooperative sociali, imprenditori e cittadini attivi.
Con il concetto Urban Housing si vuol trattare di immobili nati dalla rivalorizzazione urbanistica di vecchi edifici in disuso per dare vita a comunità abitative e solidali attraverso la creazione di una rete che coinvolge una varietà di soggetti come cittadini, terzo settore, ente pubblici e privati. Lo scopo è quello di restituire alla casa il significato di benessere, inclusione e coesione sociale. Quindi ripartendo dal titolo del convegno oggi c’è la possibilità di dare vita a nuove urbes con un’identità forte, un ethos, un set di valori che poi siano propri della civitas romana, dei veri e propri organismi che persone diverse creavano mettendosi insieme e dandosi medesime leggi? Tutto questo per dire se c’è difficoltà nel costruire unità di persone dello stesso genere?
La presidente di Sintesi Minerva, Cristiana Dragonetti si è espressa dicendo che lo scopo dell’iniziativa è restituire alla casa il significato non solo abitativo, ma anche strumento di benessere, inclusione e coesione sociale. Tutto questo perchè le case stanno diventando inaccessibili, gli affitti sono troppo alti rispetto agli stipendi e i mutui fuori portata per molte famiglie, soprattutto quelle più vulnerabili”. Continua nel dire che il modello dell’housing coinvolge anche il nostro territorio, attraverso progetti come ‘Lux Living’ a Montelupo Fiorentino, accanto al cohousing del Comune di Empoli, Freedom, o ai 17 appartamenti messi a disposizione dalla Misericordia di Empoli destinati a famiglie in forma di usufrutto il cui obiettivo, come ha successivamente spiegato il Governatore della Misericordia di Empoli (Francesco Pagliai), è quello “unire la continuità della vita familiare alla sicurezza sanitaria, con l’assistenza dei volontari e una gamma di servizi socio-sanitari”.
Nonostante i risultati raggiunti e gli obiettivi futuribili la strada da percorrere è ancora lunga come ha ricordato Attinà, amministratore delegato di Abitare Toscana,dicendo che il fabbisogno abitativo stimato è dell’80% superiore rispetto all’offerta attuale.
L’auspicio di tutti i soggetti coinvolti è che tutte le sperimentazioni promosse grazie ai fondi del PNRR, la cui scadenza è nel 2026 non rimangano delle esperienze senza una continuità ma diventino una base per un nuovo modus habitandi, appunto civitas e non solo urbs.