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Sabato 10 giugno la 542ª edizione del Volo del Ciuco organizzata dalla Compagnia di Sant’Andrea

Sabato 10 giugno la 542ª edizione del Volo del Ciuco organizzata dalla Compagnia di Sant’Andrea

Il ciuco torna a volare. L’appuntamento con l’evento, promosso dalla Compagnia di Sant’Andrea-Volo del ciuco e patrocinato dal Comune di Empoli, è per sabato 10 giugno, quando andrà in scena l’edizione numero 542. L’evento, il cui programma è in via di definizione, prenderà il via alle 21,00 con il corteo storico: oltre duecento figuranti, capeggiati dai tamburini della Compagnia, sfileranno per le vie del centro storico e in piazza della Vittoria, per raggiungere piazza Farinata degli Uberti (piazza dei Leoni). Qui, a partire dalle 21,30, è prevista la benedizione del ciuco, l’esibizione di musici e sbandieratori e, intorno alle 22,30 verrà fatto volare l’asino.

Il ciuco è stato realizzato, anche quest’anno, dagli studenti del liceo artistico “Virgilio” di Empoli, sotto la guida della professoressa Antonella Bertelli.

E’ dal 2008 che, ininterrottamente, fatta eccezione per lo stop imposto dai due anni di pandemia, che la Compagnia di Sant’Andrea propone alla città questo evento che richiama un episodio storico.

La storia del “Volo” e della rievocazione. Nel giorno del Corpus Domini un povero asinello veniva portato sul campanile e appeso a una carrucola su una corda, poi veniva fatto “volare” sulla piazza stracolma di gente in festa fino al loggiato del Palazzo Ghibellino dove la povera bestia finiva la sua corsa schiantandosi contro una delle colonne. Da come volava si facevano presagi e previsioni sull’andamento dei raccolti nei campi. Organizzata dalla prima Compagnia di S. Andrea, secondo il poema eroicomico di Ippolito Neri la festa tutta empolese del volo venne istituita nel 1397, dopo la presa da parte delle truppe di Empoli del castello di San Miniato al Tedesco, ritenuto all’epoca inespugnabile. Gli eventi raccontano che Silvera, colonnella dei sanminiatesi, al messaggero empolese che intimava la resa replicò “Rispondi pure ai tuoi gran generali che se non hanno altri moccoli che questi andranno a letto al buio, gli asin pria volar di posta si vedranno pel ciel, che la forte città coi suoi paesi cada in poter giammai degli empolesi”.  Gli empolesi escogitarono allora uno stratagemma, raggrupparono tutte le capre e le pecore del contado e dopo averle radunate nella valle ad ognuna fu appeso un lumino al collo e alle corna. Di notte il capitano Cantino Cantini si presentò sotto le mura di San Miniato con duemila fanti empolesi a chiedere la resa della città: “Son Cantino della Valle con mill’omini alle spalle, e se questi un son bastanti, laggiù ce n’è altrettanti“. Lanciato lo sguardo nella valle si vedeva un brulichio di migliaia di lumini che si muovevano verso San Miniato. La resa fu immediata e furono aperte le porte della città agli empolesi che lo conquistarono senza colpo ferire. Quando le pecore si avvicinarono e fu scoperto l’inganno fu troppo tardi, i samminiatesi erano stati disarmati. Il feudatario di San Miniato che si era arreso venne invitato ad Empoli “dove avrebbe visto gli empolesi far volare anche lo ciuco per il cielo di Empoli“. Infatti, per commemorare la grande vittoria, i Senatori di Empoli ordinarono che il giorno seguente si facesse festa e che dal campanile un asino doveva volar per confermare le parole degli sconfitti. La festa in ricordo venne mantenuta per alcuni secoli e si svolgeva nel pomeriggio della festa cristiana del Corpus Domini, intrattenendo le genti in attesa della processione serale.

Nel 1861 dopo l’Unità d’Italia venne proibito il volo  per legge, non solo per la crudeltà del volo, ma soprattutto per il messaggio di odio che inviava verso un paese vicino. L’evento è stato ripreso nel 1981 come evento rievocativo, con sfilata in costume d’epoca e volo di un finto ciuco, protrattosi per alcuni anni insieme al collaterale Torneo del giuoco della palla doppia che assegnava il Palio del Ciuco di Empoli al termine di partite fra le contrade cittadine inventate per l’occasione: Porta Fiorentina (color rosso-bianco), Porta Bocca d’Arno (giallo-bianco), Porta Senese (azzurro-bianco) e Porta Pisana (verde-bianco). Le regole del gioco erano semplici: si giocavano partite simili al calcio storico in costume di Firenze utilizzando però due palle, ognuno del colore delle due contrade che si sfidavano. Il gioco, la sfilata e il volo erano organizzati dal Comitato delle Antiche Ruzza, un gruppo di giovani volenterosi e amanti di Empoli. La Compagnia di S. Andrea ha ripreso in mano la festa con la tipica sfilata storica divisa in tre castelli che formavano anticamente la Lega di Empoli, ovvero Empoli (coloro bianco azzurro), Pontorme (color bianco rosso) e Monterappoli (color bianco verde). La festa si svolge il sabato prima del Corpus Domini per le vie cittadine con eventi anche nei giorni precedenti al volo, come la cena medievale nel suggestivo chiostro della Chiesa Santo Stefano degli Agostiniani.

Franca Ciari

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