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Designer in erba crescono. Dal SaloneSatellite alla Rinascente

Settima edizione del sodalizio fra SaloneSatellite e Rinascente che, dal 17 ottobre fino a Natale, apre le porte del suo Design Supermarket a 9 nuovi talenti tra designer e studi di progettazione Potremmo definire il SaloneSatellite una capsula del tempo che consente di scoprire in anteprima i designer che si faranno strada, in un futuro non molto lontano, nelle case di ognuno di noi.

Sono giovani talenti under 35, ben preparati a cogliere tutte le opportunità dello sviluppo tecnologico, pronti a puntare su ricerca e sperimentazione pur non dimenticando mai la tradizione artigianale e avendo sempre in mente la sostenibilità quale caratteristica imprescindibile del prodotto che realizzeranno. È questa la nuova generazione di progettisti passata in rassegna da Rinascente per individuare le migliori rising star cui offrire concrete opportunità di contatto con il grande pubblico. Per il 7° anno consecutivo, dunque, SaloneSatellite e Rinascente rinnovano la loro collaborazione e aprono le porte del Department Store a 9 tra designer internazionali e studi di progettazione scelti durante l’edizione 2019 della manifestazione fieristica. Dal 17 ottobre al 25 dicembre, saranno in mostra e in vendita presso il Design Supermarket 14 selezionatissimi prodotti che si distinguono per l’uso e il trattamento dei materiali, l’attenzione all’ambiente e la grande carica di eclettismo e positività. Oggetti, dunque, che danno grande rilievo a un’estetica fatta di linee e forme pure, alla ricerca di soluzioni nuove, intelligenti ma anche poetiche, a materiali primigeni e tecniche tradizionali. Prodotti che nascono da intuizioni e gesti semplici e coniugano tecnologia, artigianalità ed emozione. Ecco quali sono gli oggetti scelti e chi sono i loro autori. Francesco Forcellini Studio di Milano, non pone limiti alla creatività. Immagina un oggetto e vede già il processo e il materiale con cui costruirlo. Perciò i suoi oggetti, pur se elementari, rispecchiano l’innovazione che introducono. Il suo Vaso Trace è in porcellana feldspatica realizzato con tecnica mista stampa 3D e stampa artigianale. Da lampade e tavoli al gioiello, passando per i piatti, lo Studio Jonathan Radetz di Francoforte si ingegna a cercare soluzioni nel rispetto della linearità e pulizia formale. E ci riesce. Trovando un nuovo punto di vista per osservare gli oggetti. La collezione di piatti in ceramica Olates Subtile, per esempio, informa su abitudini e discrepanze alimentari nel mondo. Negli oggetti dello Studiomirei di Milano è conservata la tradizione artigianale perché è un tramite per approfondire la ricerca della sostenibilità. Mirei Monticelli non si limita a rivisitare il passato, ma ci cuce sopra nuovi contenuti e definizioni estetiche. Rappresentativa di questo approccio, la serie Nebula Lamp, lampade realizzate con una fibra naturale ottenuta dalla pianta di Banana-Abaca, le cui proprietà permettono di scolpire e modellare forme voluminose che mantengono, allo stesso tempo, la leggerezza e trasparenza.

Molto con poco. Potrebbe essere il motto del designer inglese Jflemay. Facilità di montaggio, smontaggio, trasportabilità e stoccaggio. Leggerezza. Riduzione del materiale. Insegna che gli oggetti facili possono essere belli, oltre che intelligenti. Tra i corridoi del Design Supermarket troveremo il suo Tavolo in compensato di acero senza cerniere, viti o altre piccole parti proprio come il suo Sistema di Mensole. Accanto a loro, il Tavolino in alluminio anch’esso senza cerniere. Andrey Budko, libera i personaggi intrappolati in miti e leggende della Russia settentrionale, trasformandoli in accessori della vita quotidiana. Per vivere nel sogno reale di adulti e bambini, che non rinunciano al contatto con l’inconscio e la natura. Hear My Roooar è un tappeto che indaga l’evoluzione culturale e tecnologica della produzione russa. Il materiale usato è il feltro di lana come nei “valenki”, i tradizionali stivali russi, e il rayon. Per realizzarlo sono stati impiegati due milioni di punti con la macchina da ricamo. Grazia formale e soluzione estetica delle funzioni. L’approccio progettuale di Baku Sakashita porta inscritto il DNA dello spirito del design giapponese e sintetizza i bisogni ideali del contemporaneo. Impalpabili e allo stesso tempo necessari, stimolano l’immaginazione. Suki è una collezione di lampade a LED che combina carta giapponese semi-traslucente e acciaio inossidabile. La luce generata dai LED trapassa la carta e proietta romantiche ombre su pavimento e muri. Per la maggior parte delle persone X e Y sono due lettere. Ma non per Hsiang Han Design di Taiwan, che ci ha visto la giusta struttura di un giunto, modulabile e replicabile, con cui sviluppare mobili e lampade. È partito tutto da un’idea e poi la creatività ha fatto il resto. Undefined Y è, così, un sistema modulare di mobili costituito da componenti a forma di Y, diverse tipologie di connettori e LED.

I componenti possono essere assemblati liberamente per creare diverse soluzioni funzionali: dall’illuminazione ai tavoli. Dietro Pensiero Materia di Napoli ci sono Luca Alessandrini e Henry & Co, ma soprattutto l’obiettivo di rendere gli oggetti amplificatori di un messaggio preciso. Nell’ordinarietà del quotidiano devono aiutare a distillare pensieri e azioni di vita sostenibile. In Rinascente troveremo la collezione Tomato e potremo scegliere tra il Centrotavola con base in “pelle di vacchetta” trattata solo con olii vegetali naturali; il Centrotavola con base in argilla ricavata dagli scarti di laterizio, essiccata ad aria e trattata tramite una lavorazione a mano detta “cocciopesto”; l’Appendino con base in “sfrido di marmo”, ossia tratto dello scarto della lavorazione del marmo ricondizionato; o ancora il Cestino Svuota Tasche realizzato con materiali di ultima generazione. Giuseppe Galetta, fondatore di Galao Design Studio, vive a Milano, da cui assorbe la sua definizione progettale aperta all’integrazione sociale e culturale e alla ritualità. Come si evince dal set Ode: bicchieri che hanno al loro interno un pendaglio per comunicare condividendo un brindisi.

Foto Chiara Porcal

Alessandro Lazzeri

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