Prodotti tipici delle zone del terremoto 2016. Lenticchie di Castelluccio
La Piana di Castelluccio, che ha per sfondo i leggendari e misteriosi Monti Sibillini, sembra addirittura un paesaggio tibetano, situata com’è a 1300metri sul livello del mare in mezzo all’Appennino Centrale.
La strada che punta dritto verso lo sperone di Castelluccio passa al centro della pianura che produce le lenticchie più rinomate d’Italia, famose per la loro delicatezza, per le loro dimensioni extra-small (il loro diametro è di appena 2 mm!) e per la lunga conservabilità.
Una produzione secolare
La coltivazione è sempre stata biologica
, non per moda recente ma per tradizione secolare, che da queste parti non è mai stata cambiata: sul terreno collinare della valle, ricco di argilla, a rotazione, un anno lenticchie, un altro frumento e un terzo pascolo. Poi si ricomincia. Questo sistema non consce soluzioni di continuità e consente di non sfruttare troppo la terra. Il non impiego di prodotti chimici e la lavorazione, che viene effettuata prevalentemente a mano, giustificano il prezzo elevato delle vere lenticchie di Castelluccio.
Se ne raccolgono ogni anno meno di mille quintali e, per riconoscerle a vista, bisogna sapere che quelle autentiche, oltre ad essere piccole, compongono un ‘mixage’ di tre tipi diversi: verdi, rossicce e zigrinate; hanno buccia tenerissima e non hanno perciò bisogno di essere messe a bagno. Ultima garanzia: quasi tutta la produzione è commercializzata da una cooperativa locale.
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