CULTURA

Il realismo onirico di Neo Rauch in mostra a Palazzo Pitti

L’arte contemporanea di livello internazionale è di scena a Firenze. Nella reggia di Palazzo Pitti, presso l’Andito degli Angiolini, è stata appena inaugurata la mostra “Neo Rauch – Opere dal 2008 al 2019”. Pittore contemporaneo, nativo di Lipsia, Neo Rauch è già considerato un maestro per il suo originale stile, enigmatico e alquanto ricco di suggestioni. “Neo Rauch è senz’alcun dubbio uno dei più influenti artisti tedeschi viventi – ha dichiarato il direttore Eike Schmidt – ed oggi gli Uffizi sono fieri per due motivi: innanzitutto, d’essere il primo museo italiano ad ospitare una rassegna monografica a lui dedicata; in secondo luogo, perché abbiamo il raro onore di accogliere opere concepite proprio per Palazzo Pitti. E così l’architettura e le decorazioni del primo Ottocento che caratterizzano l’Andito ‘avvolgono’ forme mutevoli e lo stile composito, modernissimo, del maestro; con grande naturalezza, si uniscono e amalgamano la grande storia e la grande contemporaneità”. Curata da Max Seidel e da Serena Calamai, questa retrospettiva di Neo Rauch (che fra i suoi estimatori vanta anche l’attore americano Brad Pitt) include sue varie opere pittoriche, fra cui un autoritratto che in questa occasione l’artista tedesco ha voluto donare alle Gallerie degli Uffizi, contribuendo così ad arricchire la storica collezione di questo tipo di opere custodita nel complesso museale. Complessivamente, l’esposizione in corso a Firenze include trentasette dipinti di varie dimensioni, (tutti realizzati fra il 2008 e il 2019) che sono caratterizzati da un particolare “realismo onirico” e da variopinti cromatismi, con raffigurazioni intrise di simbologie ricche di significati più o meno esoterici; raffigurazioni pittoriche di pensieri e sogni ad occhi aperti, a volte di carattere autobiografico. A livello stilistico, è stato anche rilevato che nell’enigmatica produzione artistica di Rauch si mescolano variegati stili pittorici; non a caso, nello stesso dipinto c’è spesso una sovrapposizione di elementi e paesaggi, tratti dal figurativismo e dal Romanticismo tedesco. Gli stilemi del realismo di stampo socialista e le forme astratte e primordiali del surrealismo, si fondono dunque con l’ariosità geometrica delle architetture e delle decorazioni di Palazzo Pitti, creando un’alchimia visiva unica. Unicità arricchita dal fatto che Rauch ha saputo creare, nel tempo, gli svariati dipinti oggi in esposizione pensando specificamente agli spazi della reggia: un’idea che ​ all’artista era venuta recentemente, proprio dopo aver visitato la fastosa residenza dei Granduchi. “Quando sono stato per la prima volta in queste sale in Palazzo Pitti mi sono sentito subito a mio agio – ha rivelato Rauch – hanno un carattere intimo, come si conviene a un appartamento di un palazzo, hanno una bella coloritura. Qui lo spazio contribuisce alla pittura, lo spazio è esso stesso una pittura”. All’inaugurazione dell’evento espositivo, l’artista tedesco ha divulgato anche alcuni segreti sulla sua speciale tecnica creativa: “Faccio un primo abbozzo, introduco nel dipinto delle figure senza sapere ancora quali funzioni spetteranno loro e poi il giorno successivo introduco una seconda figura o un edificio. Queste immagini dovrebbero intrecciarsi a un contesto sensoriale e non tendere sin dall’inizio verso un significato, è una differenza importante per me. C’è anche questo bellissimo momento di interazione, che mi piace paragonare a una partita di scacchi contro se stessi …”. Promossa dal Ministero per i beni e le attività culturali e dalle Gallerie degli Uffizi, la mostra è visitabile a Palazzo Pitti fino al 12 gennaio 2020; apertura al pubblico dal martedì alla domenica orario 8,15.18,50. Per maggiori informazioni sito web: www.uffizi.it

Cristina Fontanelli

Alessandro Lazzeri

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