EMPOLI. Consiglio comunale aperto, al Palazzo delle Esposizioni in tanti per riflettere sul tema della guerra
Dopo l’introduzione del presidente del Consiglio, Mantellassi, spazio agli interventi di istituzioni e ospiti.
EMPOLI – Nella serata di giovedì, 23 marzo 2023, il Palazzo delle Esposizioni di Empoli ha ospitato il consiglio comunale aperto dedicato al tema della guerra che da ormai un anno si protrae in Ucraina. Oltre alla sindaca di Empoli, Brenda Barnini, e al presidente del Consiglio comunale, Alessio Mantellassi, sono intervenuti Rosella Luchetti del Comitato Empoli per la Pace, Raffaele Crocco, direttore dell’Atlante delle guerre in collegamento, e don Guido Engels, proposto di Empoli. Dopo di loro hanno preso la parola gli ospiti del Consiglio su invito dei gruppi consiliari: il senatore Enrico Borghi (gruppo Pd), membro della commissione Affari esteri e difesa del Senato della Repubblica, l’ammiraglio Nicola De Felice (gruppo Fratelli d’Italia-Centrodestra per Empoli), Gionata Fatichenti (gruppo Questa è Empoli), direttore Area Emergenze della Confederazione nazionale Misericordie d’Italia, il giornalista Giuliano Marrucci (gruppo Buongiorno Empoli – Fabricacomune), Guglielmo Picchi (gruppo Lega Salvini Empoli), già deputato della Repubblica e già sottosegretario al ministero degli Esteri e della cooperazione internazionale, e Andrea Quartini (gruppo M5S), deputato della Repubblica, membro della commissione Affari sociali. A chiusura dell’iniziativa, hanno preso la parola per gli interventi conclusivi i gruppi consiliari Questa è Empoli, Fratelli d’Italia – Centrodestra per Empoli, Movimento 5 Stelle, Buongiorno Empoli – Fabricacomune e Pd.
“Grazie al Comitato Empoli per la pace che ha chiesto questo consiglio e per l’impegno profuso in questi mesi con costanza e impegno civico a sostegno della pace – ha sottolineato in apertura di seduta il presidente del consiglio comunale, Alessio Mantellassi – In vista di questa serata, mi sono imbattuto in un consiglio aperto sulla pace del 2003: la volontà era di scegliere la pace anziché la guerra, mentre l’Occidente si stava apprestando a intervenire in Iraq. Venti anni dopo siamo ancora qui, a un anno dall’inizio del conflitto ucraino. Ogni volta la nostra città fa la sua parte per chi fugge dalla guerra e anche in questa triste occasione Empoli è scesa in campo per fornire sostegno e assistenza alla popolazione in fuga dal conflitto, grazie anche all’impagabile impegno delle associazioni locali. La nostra città sa bene cosa significa la guerra: nel dicembre 1943 subimmo un dolorosissimo bombardamento nella guerra per la liberazione, ma quelle bombe provocarono distruzione, feriti e morte. La guerra in ogni caso è la scelta sbagliata. Vicinanza e solidarietà al popolo ucraino devono essere indiscutibili. Il compito del consiglio comunale è cercare di rappresentare la pluralità delle posizioni di una comunità. Tutti noi in questo consiglio e in questa comunità esprimiamo la volontà assoluta della fine del conflitto e del ritorno della pace”.
Parole di ringraziamento verso “chi si è mobilitato in questi lunghi mesi, accanto alla tenda della pace in piazza della Vittoria. Tanti, con uno spirito che tocca nel profondo, volontario, genuino, mosso dalla linfa vitale della nostra democrazia” anche dalla sindaca Barnini. “Questo consiglio – continua -è opportunità di democrazia e confronto, da cogliere per ricordare prima di tutto a noi stessi cos’è e su cosa si fonda e perché è preziosa la democrazia. La libertà di esprimersi non è scontata in tante parti del mondo. Dietro ogni guerra c’è un carico di sofferenza, morte, distruzione. Tutte le guerre meritano di essere conosciute perché la conoscenza è la strada per approfondire. Leggendo l’Atlante delle guerre già prima del 2022 ci saremo resi conto che la situazione era a rischio, che poteva trasformarsi in ciò che è stato dal 24 febbraio 2022 in poi. I bambini oggi si chiedono e ci chiedono se la guerra può arrivare fino a qui, le nostre generazioni questa domanda non se la facevano perché la guerra non era nella nostra quotidianità. La pace è frutto di un percorso e più persone ci camminano più il percorso sarà reale. E credo che dentro questa discussione il tema vero sia quello della democrazia: ciascuno di noi è un tassello fondamentale del mantenimento in vita della democrazia come l’abbiamo conosciuta e perché si possa rispondere alle domande di un bambino con un “la guerra finirà presto perché tutti ci impegneremo perché la pace torni a essere la nostra quotidianità”.
Rosella Luchetti, portavoce del comitato Empoli per la pace, ha ripercorso la nascita del comitato e gli obiettivi al centro della volontà delle tante realtà, associazioni e cittadini, che hanno aderito al progetto, ringraziando il Comune “per aver raccolto la nostra sollecitazione. Siamo nati per dare voce alle preoccupazioni dei cittadini e al pensiero di chi crede che la ricerca della pace sia l’unica strada. Da allora, siamo una presenza quotidiana alla tenda per la pace in piazza Vittoria. A un anno dall’inizio guerra abbiamo sentito l’esigenza di sollecitare un dibattito che coinvolgesse comunità e politica. Ne va della vita di tante persone e di equilibri internazionali: mentre nel Paese crescono povertà e diseguaglianze, la politica continua a spendere risorse pubbliche in armamenti. Il nostro tentativo è far emergere contraddizioni, dibattiti. La ricerca della pace non sembra essere al centro del dibattito, si parla solo della vittoria finale. Non ci stiamo: chiediamo che si fermi l’invio delle armi subito, spazio a diplomazia e assistenza alla popolazione. Chiediamo di investire tutte le energie possibili in uno sforzo diplomatico per avvicinare le forze in conflitto e di fermare subito la corsa alle armi. E chiediamo di portare avanti con forza il percorso che porta all’eliminazione delle armi nucleari. Proporremo un ordine del giorno a questo consiglio comunale sul cessato il fuoco subito”. Spazio quindi a Raffaele Crocco che ha raccontato il progetto dell’Atlante delle guerre che, ha detto, “vive anche grazie al sostegno di Empoli: insieme per aiutare a ricostruire la cultura della pace. Il punto è che non riusciamo a parlare della pace come della normalità. La pace la consideriamo un risultato eccezionale quando riusciamo a fermare una guerra. La pace invece è la normalità e la guerra è il disgraziato evento straordinario. E dimentichiamo come la guerra sia qualcosa di assolutamente prevedibile, anche quella in Ucraina. La guerra è effetto, non causa, arriva laddove si moltiplicano le ingiustizie. E la pace non è questione di volontà, è una questione di intelligenza”. Ha parlato del contributo che le religioni possono dare alla pace, don Guido Engels. “Un contributo importante può venire dal fatto che lo scopo della fede è costruire una cultura di pace perché l’uomo sia felice su questa terra – ha spiegato – Questa è una realtà in cui ognuno dovrà fare la sua scelta. Porsi dalla parte dell’altro è importante, perché l’altro è di pari dignità. Ma è molto difficile. Se combatto l’odio e porto avanti cultura di pace, la pace si espande, si è visto in Europa. Eppure si è visto anche come è possibile si formi una nuova cultura di guerra. Cosa si può fare a Empoli? La nostra città dovrebbe essere modello di pace, come lo è stata nella sua storia perché il modello si possa diffondere”.
GLI OSPITI DEL CONSIGLIO COMUNALE
Enrico Borghi, senatore, membro della commissione Affari esteri e difesa del Senato della Repubblica, ha evidenziato fra l’altro che “l’elemento del confronto, dell’ascolto, in un’era in cui siamo abituati ad ascoltare solo noi stessi, è la chiave con cui possiamo costruire la fuoriuscita da questa fase. La responsabilità di chi fa politica è, dopo la declamazione, perseguire l’azione, la capacità di modificare il corso degli eventi.”. Dal canto suo invece l’ammiraglio Nicola De Felice ha fornito un quadro dettagliato della ‘geografia’ della guerra in corso in Ucraina, alla luce della rilevanza economica e militare dell’area, sottolineando come “è importante che le manovre sul campo della Russia siano lette realisticamente per gli interessi russi verso Mediterraneo e Atlantico e non solo. Parliamo di luoghi di interesse strategico per economia e sviluppo dell’industria russa. Aspetti geopolitici che ci fanno capire che la Russia non lascerà perdere quelle terre perché atrofizzerebbe la sua economia e come sia necessario individuare una politica di sicurezza che metta al centro la pace”. Gionata Fatichenti, direttore area Emergenze della Confederazione nazionale Misericordie d’Italia ha dato voce all’esperienza personale e del volontariato, impegnato a Leopoli, “dove con orgoglio Empoli era presente. Uno straordinario contributo quello dato da volontarie e volontari tutti, pronti a mettersi a disposizione con le proprie capacità e specificità per dare risposta a un’emergenza insolita. La pandemia pensavamo fosse l’ultima emergenza alla quale non eravamo preparati, invece. Al centro, anche in questo caso abbiamo trovato delle storie”. Il giornalista Giuliano Marrucci ha messo l’accento sull’importanza della qualità del dibattito e sul contesto internazionale, ribadendo come “il mondo sta cambiando, è cambiato e cambierà a prescindere dalla nostra volontà e tutti i popoli hanno diritti di rivendicare la loro esistenza nel panorama internazionale. Noi, dal canto nostro, dobbiamo decidere se vogliamo fare una guerra frontale o confrontarsi con chi è diverso da noi”, mentre Guglielmo Picchi, già deputato della Repubblica e già sottosegretario al ministero degli Esteri e della cooperazione internazionale, ha sottolineato fra l’altro che “è giusto che le istituzioni si rivolgano alle comunità per aprire un dibattito su temi complessi. La grande assente della prevenzione di questo conflitto è l’Unione Europea, ci sono 27 paesi che hanno interessi contrastanti. Credo che sia giusto mettere l’Ucraina in condizione di difendersi”. Chiudendo, Andrea Quartini, deputato della Repubblica, membro della commissione Affari sociali, ha messo l’accento “sul bisogno di confrontarsi. Ho fatto il liceo classico a Empoli nella seconda metà del Settanta, in quegli anni era finita la guerra in Vietnam e qui si discuteva di come organizzare la pace. Oggi è evidente che la prima questione è il fallimento della politica: quando si arriva alla guerra dobbiamo accettare il fatto che la politica ha fallito. Questa guerra andava prevenuta e l’Italia doveva essere nazione della diplomazia, ma ha abdicato a questo ruolo. L’unico modo per chiudere la guerra è fare la pace. Dobbiamo chiedere negoziati di pace”.
GRUPPI CONSILIARI
“Grazie a chi ha portato la sua testimonianza – ha sottolineato Chiara Pagni (Questa è Empoli) – A oggi il numero di conflitti è troppo alto. Conflitti che portano a morti, feriti, sofferenza. Credo che nessuno di noi possa alzarsi e affermare di sapere come si ferma la guerra. L’importante è adoperarsi giorno per giorno. Ognuno deve farsi carico di un pezzetto del cammino per la pace. Empoli è medaglia d’oro dell’antifascismo, città di partigiani. È doveroso fare la nostra parte, prendere posizione di contrasto a ogni forma di aggressione e di guerra”. “La pace è un valore primario a cui tutti tendiamo – ha detto Andrea Poggianti (Fratelli d’Italia – Centrodestra per Empoli) – ma dobbiamo capire come la vogliamo tradurre. Ringrazio chi è intervenuto perché ha offerto uno spaccato di ciò che in Russia non è possibile compiere, un dibattito democratico. Sono orgoglioso di essere empolese di fronte a un momento che ci consente di riflettere e soppesare ciò che accade con capacità di dialogo rispettoso che ci proietta come esempi e testimoni di democrazia oltre il nostro contesto”. Anna Baldi (M5S), ripercorrendo le fasi del conflitto in Ucraina, ha avviato una riflessione in merito a se “Adesso, dopo un anno, davvero stiamo costruendo la pace continuando a inviare le armi: veramente questa è la strategia migliore? Armare il popolo Ucraino? Ovunque anche qui i cittadini hanno manifestato per la pace. Non è il momento di dare armi, servono mediatori di pace”. Beatrice Cioni (Buongiono Empoli – Fabricacomune) ha spiegato come “La cosa che mi ha impressionato, durante un’iniziativa al mercato, è che più persone ci hanno chiesto dove poter firmare per chiedere la pace. Stasera si sono viste visioni totalmente diverse, di geopolitica, di interessi. Ma la pace non è una visione, è tenere insieme più visioni di mondo, più valori”. A concludere gli interventi, Laura Mannucci (Pd). “Il tema della guerra è bene che sia al centro dell’attenzione – ha detto – Ci si assuefà alle tragedie. Ringrazio il comitato Empoli per la pace per questa richiesta, accolta con entusiasmo. Tutti sappiamo e conosciamo cosa è accaduto, che l’opinione pubblica e politica è divisa. Su un punto farei una sintesi: è urgente rilanciare con forza il tema della pace. È responsabilità delle forze politiche. Si sta facendo poco per portare avanti negoziati la pace: vorremo che anche l’Europa facesse la sua parte. L’Europa deve essere in prima fila per chiedere con forza negoziati di pace. La guerra porta morti. Lo dobbiamo al popolo ucraino che sta pagando il prezzo più caro, ma anche all’Europa e al mondo”.
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