LA GEOTERMIA TOSCANA E PIANCASTAGNAIO PROTAGONISTI DI ‘COMUNI RINNOVABILI 2025’

GEOTERMIA TOSCANA E PIANCASTAGNAIO PROTAGONISTI DI ‘COMUNI RINNOVABILI 2025’,
IL PROGETTO DI RIUTILIZZO DELLA CO2 GEOTERMIA TRA LE DIECI BUONE PRATICHE A LIVELLO NAZIONALE
20 anni di Comuni Rinnovabili: i dati di Legambiente e i vincitori del Premio CERS 2025
Nel 2024 raggiunti i 74.303 MW di potenza rinnovabile installata, + 267% rispetto al 2004, con una media pari a 2.704 MW l’anno.
Roma / Piancastagnaio (Si), 26 maggio 2025 – In Italia negli ultimi 20 anni le rinnovabili, così come le buone pratiche energetiche, registrano una lenta ma importante crescita e diffusione. La conferma arriva dai dati del nuovo report di Legambiente “Comuni Rinnovabili”, realizzato in collaborazione con il GSE e arrivato alla sua 20° edizione, dalle oltre 350 esperienze virtuose censite in questi anni e dalle cinque realtà vincitrici del Premio Comunità Energetiche Rinnovabili e Solidali (C.E.R.S), premiate oggi dall’associazione ambientalista e da Generali Italia a Roma.
Il Report 2025, tra le altre cose, dedica un focus specifico di dieci buone pratiche che dimostrano come le rinnovabili stiano trasformando i territori grazie a innovazione, rigenerazione urbana e benefici economici e sociali: tra queste dieci esperienze virtuose a livello nazionale, a pagina 42 del Rapporto, figura il progetto di Nippon Gases ed Enel Green Power per il riutilizzo della CO2 geotermica carbon free a fini alimentari dalle centrali di Piancastagnaio, in fase di costruzione da parte di Nippon. Ad illustrare la progettualità – e più in generale, le numerose ricadute di sostenibilità della geotermia toscana – alla giornata di presentazione del Rapporto è intervenuto Giampaolo Vecchieschi, responsabile permitting geotermia Enel Green Power.
Nel rapporto, alla sezione dedicata al progetto geotermico di Piancastagnaio, si legge: “la storia della geotermia in Toscana è strettamente legata a quella di Enel Green Power, che gestisce uno storico e innovativo complesso di 34 centrali con 37 gruppi di produzione, tra le province di Pisa, Siena e Grosseto. Queste centrali, che utilizzano e coltivano il calore del sottosuolo per generare energia rinnovabile e pulita, insieme rappresentano il 70% dell’energia rinnovabile della regione, hanno una potenza installata cumulativa di 916 MW (corrispondente a quasi 6.000 GWh di produzione lorda) che contribuisce a soddisfare circa il 34% del fabbisogno elettrico regionale. In termini di ricadute tangibili per il territorio, la geotermia toscana fornisce calore a circa 13 mila utenti, serre e aziende agricole, oltre ad alimentare un’importante filiera di turismo nelle aree geotermiche con poli museali, impianti e manifestazioni naturali. In questo cuore caldo della Toscana nel 2023 è stato siglato un accordo tra Enel Green Power Italia e Nippon Gases Operations per la realizzazione di un nuovo impianto di purificazione e liquefazione della CO2, naturalmente presente nei fluidi geotermici delle centrali di Piancastagnaio in provincia di Siena, ai fini del suo riutilizzo nei settori alimentari e farmaceutici. La quantità di CO2, riutilizzata da questo progetto di economia circolare, soddisferà circa il 30% della domanda di anidride carbonica “pura” a livello nazionale”.
In Toscana Enel Green Power gestisce il più antico e al contempo innovativo complesso geotermico del pianeta: oltre a soddisfare il 33% del fabbisogno elettrico regionale e a rappresentare più del 70% della produzione toscana da fonte rinnovabile, la risorsa geotermica fornisce calore utile a riscaldare circa 13mila utenti, 26 ettari di serre e aziende agricole ed artigianali, alimentando anche un’importante filiera del turismo sostenibile con 60mila visite annue tra i poli museali, gli impianti, i percorsi di trekking tra le manifestazioni naturali dei territori geotermici.
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Di seguito tutto il testo del comunicato di Legambiente
Si moltiplicano gli impianti a fonti pulite: in 20 anni passano da 2.452 a 1.893.195
Boom dei comuni del solare fotovoltaico da 74 a 7.873,
mentre gli impianti eolici da appena 120 ora superano le 6mila installazioni
Italia seconda in Europa con 212mila posti di lavoro generati nel settore rinnovabili
Oltre 350 le buone pratiche censite in questi anni. Cinque i vincitori del Premio Comunità Energetiche Rinnovabili e Solidali 2025: medaglia d’oro alla Fondazione CER ITALIA (AR), argento alla comunità Illuminati Sabina e bronzo per la Comunità solare di Lodi, Piacenza e Milano. Due le menzioni speciali: alla CER Vele a Roma, la prima comunità energetica
nel centro storico della Capitale, e alla comunità energetica CERNES in Calabria e ispirata alla “Laudato Sì”
Legambiente: “In Italia in 20 anni le rinnovabili registrano una lenta ma importante crescita,
ma è fondamentale accelerare il passo, rimuovendo i troppi ostacoli non tecnologici.
Il MASE non faccia il ricorso al Consiglio di Stato e corregga velocemente il decreto
sulle aree idonee dopo la recente sentenza del TAR Lazio”
I numeri parlano chiaro: nella Penisola dal 2004 al 2024 le rinnovabili sono passate da 20.222 MW a 74.303 MW di potenza efficiente netta installata, con una media pari a 2.704 MW l’anno, e facendo registrare un incremento di 54.081 MW, + 267%. In 20 anni è cresciuto anche il numero degli impianti: se nel 2004 erano appena 2.452, nel 2024 si arriva a oltre 1.893.195 milioni di installazioni. Solare fotovoltaico, eolico ed idroelettrico sono le tre fonti rinnovabili cresciute maggiormente in questi venti anni. Il solare fotovoltaico dal 2004 ad oggi ha registrato una crescita di 37.085 MW distribuiti in 1,8 milioni di impianti, di cui 276mila solo nel 2024 e i Comuni dove sono state installate queste fonti pulite sono passati nell’arco di vent’anni da 74 a 7.873. L’eolico nello stesso periodo è cresciuto di 11.890 MW e gli impianti sono passati dai 120 del 2004 ai 6.130. Inoltre, ben 685 MW di eolico sono stati realizzati nel 2024 grazie alla realizzazione di 84 nuovi impianti che, nonostante le tante opposizioni, hanno coinvolto ben 66 Comuni. L’idroelettrico è passato da 17.055 MW del 2004, distribuiti su 2.021 impianti, a 18.992 MW su 4.907 installazioni nel 2024. Più stabile ma comunque in crescita, anche la geotermia ad alta entalpia che dal 2004 al 2024 è cresciuta di 136 MW, mentre le bioenergie sono passate da 1.346 MW a 3.802 MW distribuiti in almeno 3.054 Comuni. Dati sicuramente importanti ma su cui, per Legambiente, è fondamentale accelerare il passo visti i ritardi accumulati rispetto all’obiettivo 2030 e gli importanti benefici, tra cui quelli occupazionali e sulle bollette che genera questo settore. L’Italia con 212mila persone è in Europa al secondo posto, dopo la Germania, per persone occupate nel settore delle rinnovabili. Oltre la metà, 135 mila, sono impiegate nel settore delle pompe di calore nel quale la Penisola detiene il primato assoluto per impiego tra i paesi dell’UE. Eolico e fotovoltaico in Italia valgono invece, rispettivamente, 9mila e 26,5mila posti di lavoro.
PREMIO C.E.R.S 2025: Altro segnale importante arriva dalle 350 buone pratiche censite in questi anni da Legambiente e dalle comunità energetiche rinnovabili e solidali che ben raccontano la rivoluzione in atto nel Paese che parte anche dal basso. Dalla Toscana al Lazio, dalla Lombardia all’Emilia Romagna, passando per la Calabria, sono cinque quelle premiate a livello nazionale oggi da Legambiente e Generali Italia, con la seconda edizione del Premio C.E.R.S 2025. Medaglia d’oro alla Fondazione CER ITALIA (AR), voluta e promossa dal Comune di Montevarchi. Con una configurazione che si è sviluppata inizialmente intorno a una cabina primaria e poi estesa a livello nazionale, questa CERS conta oggi oltre 400 aderenti, tra cittadini, imprese, enti del terzo settore e amministrazioni pubbliche. Medaglia d’argento alla Comunità Illuminati Sabina – Montopoli di Sabina (RI), che nasce per iniziativa di un gruppo eterogeneo di cittadini, associazioni e piccole aziende agricole nel cuore della Sabina reatina. Costituita come associazione ETS, questa C.E.R.S. copre tre cabine primarie e si fonda su principi di mutualismo sociale. Medaglia di bronzo per la Comunità solare di Lodi, Piacenza e Milano, una cooperativa-impresa sociale che coinvolge cittadini, associazioni, cooperative e parrocchie di diversi territori della Lombardia. Ogni configurazione territoriale ha un proprio Comitato Soci per la gestione dei benefici derivanti dalla condivisione energetica. La produzione proviene da oltre 100 impianti fotovoltaici (3.000 kW complessivi previsti entro fine 2025), in parte realizzati attraverso gruppi di acquisto solidale. Due le menzioni speciali assegnate: la prima alla CER Vele a Roma, la prima comunità energetica del centro storico di Roma, nata grazie alla spinta dell’Istituto Leonarda Vaccari e di organizzazioni del Terzo Settore, con il supporto del Municipio. La seconda alla Comunità energetica CERNES in Calabria – San Ferdinando e Gioia Tauro (RC). Nata dall’impegno di cittadini e della Parrocchia di San Ferdinando, si fonda su un modello solidale ispirato all’enciclica ‘Laudato Si’’ di Papa Francesco. I due impianti fotovoltaici attivi (25,36 kW totali) producono circa 35.000 kWh l’anno, evitando l’emissione di oltre 14 tonnellate di CO₂.
“Nel 2024, a livello mondiale, – commenta Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente – il mercato delle fonti pulite ha fatto registrare maggiori investimenti di quelli delle fossili. Un dato importante che, insieme a quello di Comuni Rinnovabili, indica chiaramente quale sia la strada da seguire. Per contrastare la crisi climatica e ridurre il costo delle bollette, è fondamentale che l’Italia acceleri la realizzazione di impianti a fonti pulite, ma anche di reti, accumuli, efficienza energetica, elettrificazione dei consumi termici e di quelli legati alla mobilità. Servono, inoltre, politiche nazionali, regionali e comunali in grado di accogliere la trasformazione in corso, lavorando anche sull’accettabilità sociale e su una maggiore partecipazione dei territori, snellendo gli iter autorizzativi e rimuovendo quegli ostacoli burocratici e i decreti sbagliati che ad oggi ne frenano lo sviluppo, come quello sulle Aree idonee che la recente sentenza del TAR del Lazio ha sostanzialmente smontato. Il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica non faccia ricorso al Consiglio di Stato e corregga speditamente il decreto per recuperare il tempo perso nell’ultimo anno”.
“Il nostro Paese – aggiunge Katiuscia Eroe, responsabile energia di Legambiente – deve assolutamente accelerare il passo, visto il grande potenziale e l’interesse che le imprese hanno nel voler realizzare impianti. Basterebbe guardare a cosa accade in Paesi come Spagna e Germania dove, grazie ad una produzione da rinnovabili che supera il 60%, le bollette elettriche sono decisamente più basse di quelle italiane, ma anche di un Paese nucleare come quello francese. Una percentuale a portata di mano di mano per l’Italia e raggiungibile in poco tempo, anche grazie al prezioso lavoro di tante imprese che ancora scommettono sul nostro Paese. Per far ciò serve una buona dose di coerenza e coraggio, la stessa che in questi anni stanno dimostrando di avere già da tempo le tante buone pratiche che abbiamo censito ma anche le comunità energetiche che abbiamo premiato oggi.”
Obiettivo 2030 e ritardi rispetto alle sorelle europee: A preoccupare sono anche i ritardi dell’Italia rispetto all’obiettivo 2030 e il muro che diverse Regioni stanno innalzando sul tema aree idonee, a partire da Sardegna e Toscana. Entro il 2030 l’Italia dovrà raggiungere, secondo quanto previsto dal decreto Aree idonee, 80.001 MW di nuova potenza considerando le installazioni realizzate a partire dal 2021. Un obiettivo lontano dato che con le installazioni degli ultimi quattro anni il Paese ha raggiunto appena il 24,1% dell’obiettivo – 19.297 MW di nuova potenza installata dal 2021 al 2024. Per colmare questo ritardo, l’Italia dovrà realizzare nei prossimi 5,5 anni 60.704 MW, pari ad una media di 11.037 MW l’anno. Parliamo di 3.557 MW in più rispetto a quanto fatto nel 2024 (7.480 MW).
Il Report completo su www.legambiente.it
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Luisa Calderaro
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