CULTURA

Incontro “Malaparte, Caporetto e la Rivoluzione russa”, giovedì 15 maggio, Biblioteca Roncioniana, Prato

Malaparte, Caporetto e la Rivoluzione russa, giovedì 15 maggio, Biblioteca Roncioniana, Prato
La disfatta di Caporetto, il 24 ottobre 1917, segnò il momento più difficile della Prima guerra mondiale per
l’esercito italiano; colta di sorpresa dall’attacco austro-tedesco condotto anche con l’uso di gas venefici, la 2a
armata del generale Luigi Capello cedé nel settore fra il Monte Rombon e l’alta Bainsizza, in particolare tra
Plezzo e l’Isonzo. L’infiltrazione delle truppe nemiche minacciò alle spalle il resto dello schieramento
italiano, e Cadorna ordinò la ritirata che si concluderà sul Piave, da dove cominciò la guerra difensiva che si
concluderà con le battaglie del Solstizio e di Vittorio Veneto. Una commissione d’inchiesta seguì alla
disfatta, le cui conclusioni furono ambigue e parziali, ma al di là degli errori commessi a livello militare, è
utile interrogarsi oggi su Caporetto per comprendere la portata sociale che l’eco della sconfitta ebbe sulla
storia italiane e la memoria collettiva. Curzio Malaparte, schierato in Trentino con la 4a armata, non prese
parte alla ritirata, ma scrisse un memorabile saggio che uscì nel 1920 con il provocatorio titolo di Viva
Caporetto!, poi ripubblicato nel 1923 come La rivolta dei santi maledetti. Per lui non era stata una sconfitta,
ma uno “sciopero militare” o meglio una “rivoluzione mancata” che aveva anticipato di due settimane la
“rivoluzione riuscita” dei comunisti russi; dunque, una “’rivolta” più che una “rivoluzione” che si era esaurita
a causa della mancanza di un’organizzazione e di capi adeguati come Lenin. Di questa vicenda parleranno lo
storico militare Niccolò Lucarelli e Walter Bernardi, presidente dell’Associazione Curzio Malaparte pratese
nel mondo. L’incontro Malaparte, Caporetto e la Rivoluzione russa si terrà giovedì 15 maggio alle ore 17,
alla Biblioteca Roncioniana. Il 29 maggio, invece, si terrà un secondo incontro dedicato alla liberazione di
Firenze e di Prato e allo sfondamento della Linea Gotica, ancora una volta attraverso le pagine di Malaparte

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Franca Ciari

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