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Cinema: Inferno

Cinema: Inferno

 

Dopo la “hollywoodiana” anteprima fiorentina, il film di Ron Howard sfonda al botteghino. Il viaggio- thriller del professor Langdon per salvare il mondo da una minaccia mortale. La nuova avventura del simbolista di Harvard non delude i lettori di Dan Brown, ma non convince del tutto la critica.

 

“Inferno”, a dispetto della straordinaria pubblicità che ne ha preceduta l’uscita nelle sale, è soltanto un discreto e piacevole film d’azione. La terza avventura del professor Robert Langdon (Tom Hanks), rinomato studioso di simbologia, impegnato nelle precedenti storie nel risolvere problemi d’improbali genealogie che riconducono a Gesù e a svelare inquietanti misteri del Vaticano, inizia a Firenze dove si risveglia in un ospedale ferito e affetto da amnesia.

 

 

Il professore si lascia aiutare da Sienna Brooks (Felicity Jones) una dottoressa che tenta di fargli recuperare la memoria. Langdon non sa perché si trovi a Firenze e ignora chi lo abbia ferito. Insieme a Sienna, Langdon si troverà ad affrontare un complesso enigma, che li indurrà a viaggiare da Firenze a Venezia e Istanbul per fermare la follia del milionario Bertrand Zobriest (Ben Foster) intenzionato a scatenare un virus globale, in grado di uccidere metà della popolazione della terra.

Sarebbe la classica lotta del bene contro il male, se il leit motiv non si arricchisse, in linea con gli altri film tratti dai romanzi di Dan Brown, con la soluzione di enigmi scoperti indagando a vasto raggio dai dettagli della Mappa dell’Inferno di Botticelli, alla Battaglia di Marciano del Vasari, dalla maschera mortuaria di Dante alla piazza S. Marco di Venezia sino ai misteri della Cisterna Basilica di Istanbul. La trama, che mette insieme arte, letteratura e genetica e che vede fronteggiarsi anche l’Organizzazione Mondiale della Sanità e un’organizzazione criminale internazionale, è intricata e, ricca di colpi di scena, anche se la facilità con cui Langdon arriva alla comprensione di un mistero o alla soluzione di un problema appare talvolta comicamente improbabile.

Il film che sarà apprezzato dai numerosi fan di Dan Brown, suscita qualche perplessità in chi vede soprattutto una storia che ha i limiti di attendibilità di certe avventure di 007. Il professor Langdon è, in fondo, una sorta di James Bond, meno atletico ma più colto, alle prese con un nemico misterioso e potente. Lasciata ogni pretesa di credibilità, ci si abbandona, comunque, piacevolmente al ritmo frenetico di una storia, dove monumenti, piazze, dipinti sono il bello sfondo della storia. Le immagini di una Firenze non da cartolina, magnificamente fotografata come scena “normale” per una storia decisamente fuori dell’ordinario sono uno dei pregi del film ben diretto da Ron Howard e interpretato da un cast di prim’ordine, dove brillano Tom Hanks, Felicity Jones, Irfann Kan e Ben Foster.

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Franca Ciari

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