CULTURA

Capodanno Toscano al museo di Santa Verdiana per valorizzare l’Annunciazione di Mariano d’Agnolo Romanelli – domani pomeriggio ore 15.30

A Castelfiorentino sabato 25 marzo alle ore 15,30
Capodanno Toscano al museo di Santa Verdiana per valorizzare l’Annunciazione di Mariano d’Agnolo Romanelli
L’Annunciazione è centrale nell’opera degli artisti lungo i secoli portando sui territori opere di assoluto valore. Castelfiorentino, ospita nel museo d’arte sacra di Santa Verdiana una pregevole annunciazione. Si tratta di un’opera realizzata da Mariano d’Agnolo Romanelli negli anni Ottanta del XIV secolo. Le sculture lignee, raffiguranti l’Angelo annunciante e la Vergine, sono state conservate per secoli dietro l’altar maggiore della chiesa conventuale del monastero della Marca.Il monastero era già esistente fin dal 1230, alcuni decenni prima quindi che un ordine religioso, gli Ospitalieri di Altopascio, costruissero il primo ponte sull’Elsa nel 1290, fondamentale per collegare le due parti di Castelfiorentino e nodo viario importante in quanto l’Elsa segnava, e segna ancora, il confine fra le diocesi di Firenze e Volterra. Infatti dai documenti risulta che negli anni fra il 1228 e il 1239, i frati del convento di San Francesco favorirono l’insediarsi di una comunità religiosa femminile francescana, sottoposta alla regola dell’Ordine di San Damiano. Nel 1263, dopo la morte di Santa Chiara, il monastero le fu intitolato e si sottopose alle regole del nuovo ordine.

L’appuntamento è alle ore 15,30 di sabato 25 marzo al museo di Santa Verdiana dove interverranno don ALessandro Lombardi su “L’annunciazione ieri ed oggi nel calendario liturigico”, Claudia Centi vice sindaco di Castelfiorentino “Il Capodanno Toscano nella proposta della Regione Toscana”, Fabrizio Mandorlini “Le annunciazioni di Mariano D’Agnolo Romanelli e di Benozzo Gozzoli nelle annunciazioni toscane”, Stefano Mattii, compositore “Come nascono i canti alla Madonna Annunciata”. Nell’occasione saranno eseguiti i canti dell’Annunciazione composti da Stefano Mattii da parte della corale di San Lorenzo alcuni dei quali già eseguiti a ROma in occasione del presepe vivente 2022 dalla Basilica di San GIovanni in Laterano alla basilica di Santa Maria Maggiore. L’evento è stato reso possibile grazie a una compartecipazione del Consiglio Regionale della Toscana

“Una bella iniziativa – osserva il Vicesindaco, Claudia Centi – che offre alla cittadinanza l’opportunità di approfondire un’opera di indubbio valore, e anche un’occasione per visitare il Museo di Arte Sacra, che rappresenta una delle infrastrutture culturali di maggior rilievo del nostro territorio. Ringrazio pertanto quanti hanno contribuito a promuoverla, da Don Alessandro Lombardi a Fabrizio Mandorlini e Stefano Mattii, e la Regione Toscana per il suo prezioso contributo, finalizzato alla valorizzazione del nostro patrimonio storico-artistico”

Tornando all’annunciazione di Romanelli, la sua attribuzione è piuttosto recente e si deve alla storica dell’arte Anna Maria Guiducci nel 1977 che riunì sotto la denominazione convenzionale di Maestro della Madonna di Lucignano un gruppo di intagli lignei – l’Annunciazione un tempo in S. Chiara a Castelfiorentino e attualmente nel locale Museo di S. Verdiana, un Angelo annunciante del Musée Jacquemart-André di Parigi, il Gesù Bambino benedicente seduto del Museo civico di belle arti di Lugano e la Madonna con il Bambino della collegiata di Lucignano in Val di Chiana (oggi nella chiesa di S. Francesco) – mettendone in risalto l’omogeneità stilistica con i Santi della cappella di Piazza. Sviluppando uno spunto di Luciano Bellosi riferito dalla stessa Guiducci riguardo alla datazione ancora tardotrecentesca di quelle sculture, e sulla base di serrati confronti con le figure di piazza del Campo e del coro del duomo, Bagnoli ha poi potuto argomentare il riferimento di queste opere a Romanelli. Seguendo le indicazioni dello studioso Bagnoli, ad aprire la sequenza cronologica delle opere di Mariano sono proprio gli Apostoli di piazza del Campo (1376-80), cui si lega strettamente l’Angelo annunciante del Musée Jacquemart-André. Al 1381 risale il Busto reliquiario di s. Marco papa, sulla base del quale Elisabetta Cioni ha ricondotto allo stretto circolo del maestro un coerente nucleo di oggetti d’oreficeria. La serie procede quindi con la S. Orsola di San Gimignano con il tenero Gesù Bambino di Lugano, con l’Annunciazione di Castelfiorentino e con le Madonne di Lucignano e di Piombino, per arrivare ai cordiali protagonisti del coro del duomo senese (1388-90).

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Franca Ciari

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