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Whatsapp, fuggi fuggi anche in Italia ma regole poco chiare. Interviene il Garante Privacy

 

Boom di download per le rivali Signal e Telegram, percepite dagli utenti come più sicure dopo che Facebook ha annunciato una maggiore condivisione di dati con la sua app di messaggistica. Il Gdpr “protegge” i cittadini Ue anche se non tutti hanno capito la questione. L’Autorità italiana chiede l’intervento dell’Edpb

 

 

 

 E’ corsa al download per le app di messaggistica Telegram e Signal, alternative a WhatsApp da cui si è invece verificato un fuggi fuggi generale degli utenti dopo le polemiche scoppiate sull’aggiornamento dei termini d’uso.

Le due applicazioni di messaggistica rivali sono le più scaricate sia su Apple Store che su Google Play, come rivelano le classifiche delle stesse Apple e Google, che insieme rappresentano circa il 99,5% dei sistemi operativi degli smartphone.

La più scaricata è Signal, sia sullo store di Cupertino che su quello di Mountain View, seguita da Telegram. Le due app di messaggistica sono considerate dagli utenti più robuste in termini di privacy.

Il panico tra gli utenti è stato generato dall’aggiornamento delle policy per il trattamento dei dati di WhatsApp, che ha annunciato, dall’8 febbraio, la condivisione di un numero maggiore di dati personali con Facebook.

I nuovi termini di utilizzo di WhatsApp

Il boom di download per Signal e Telegram era stato già confermato nei giorni scorsi dalle statistiche di Sensor Tower e Apptopia. In particolare per Signal si registravano circa 7,5 milioni di download in tutto il mondo attraverso l’App Store e il Play Store tra il 6 gennaio e il 10 gennaio, un record che supera di 43 volte il valore della settimana precedente. Si tratta del numero di installazioni settimanali – ma anche mensili – più alto di sempre nella storia di Signal. Allo stesso modo, Telegram ha registrato 5,6 milioni di download in tutto il mondo nelle stesse giornate.

Dal 2016 WhatsApp ha condiviso alcuni dati con Facebook, ma gli utenti avevano la possibilità di disattivare la funzione. A partire dall’8 febbraio, verrà invece richiesto nell’app di accettare i termini aggiornati per continuare a utilizzare l’app di messaggistica. I messaggi di WhatsApp restano crittografati, quindi Facebook non sarà in grado di vedere i loro contenuti. Ma il software raccoglie molti altri dati che possono essere condivisi con la società madre, come il numero di telefono, i dati delle transazioni, le informazioni relative al servizio, le informazioni su come l’utente interagisce con i contatti quando utilizza il servizio e le informazioni sul dispositivo mobile.

L’aggiornamento non influisce sulla privacy dei messaggi inviati ad amici e familiari, ma include – ha fatto sapere WhatsApp – “modifiche relative alla messaggistica delle aziende presenti su WhatsApp e fornisce ulteriore trasparenza su come raccogliamo e utilizziamo i dati”. WhatsApp afferma che i dati condivisi con Facebook vengono utilizzati per migliorare l’infrastruttura, promuovere sicurezza e protezione e perfezionare i servizi fornendo suggerimenti o personalizzando funzionalità e contenuti. Ciò potrebbe includere anche l’integrazione tra i prodotti a marchio Facebook e WhatsApp.

Cittadini Ue al riparo grazie al Gdpr

Le novità, tuttavia, non riguardano i cittadini dell’Unione europea, grazie alla protezione garantita dal Gdpr.

“Non ci sono modifiche alle modalità di condivisione dei dati di Whatsapp nella Regione europea, incluso il Regno Unito, derivanti dall’aggiornamento dei Termini di servizio e dall’Informativa sulla privacy – ha spiegato un portavoce di WhatsApp -. Non condividiamo i dati degli utenti dell’area europea con Facebook allo scopo di consentire a Facebook di utilizzare tali dati per migliorare i propri prodotti o le proprie pubblicità”.

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Fonte: corcom.it Patrizia Licata

Franca Ciari

GazzettaToscana.it è un quotidiano online di cronaca indipendente sui fatti che circondano la zona della Toscana.

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