CULTURA

Scampoli di Carlo Bagni.

 


Carlo Bagni
Scampoli

Poesie

Prefazione di Marco Del Bucchia, copertina di Carlo Bagni, 2021, pagine 72, euro 12,00, I.S.B.N. 88-471-1037-3


Collana Vianesca/Poesia e narrativa

 

Scampoli, l’ultimo libro di Carlo Bagni, uscito dopo la sua morte avvenuta nella notte del 20 settembre 2021 nella sua casa di Seravezza, in Versilia. Carlo ha vissuto per molti anni a Cortona dove è stato docente di Materie letterarie alla scuola Media  Pietro Pancrazi oltre che essere uno scrittore ed un poeta del Novecento Italiano, molto  importante e stimato. Giornalista (con la firma di Carlo Bagni Amadei) oltre che scrittore, in ambito letterario ha ottenuto numerosi riconoscimenti: si ricorda in particolare il Premio della Cultura della Presidenza del Consiglio dei Ministri conseguito nel 1980.

Vastissima la sua produzione che spazia dalla poesia alla narrativa, passando per la saggistica,  per la casa editrice Carlo Del Bucchia ha pubblicato: Il tempo ritrovato (1998), Liriche e pensieri della semplicità mistica (1998), L’immagine blu (1999), I sogni riaffiorano dal mare (1999), Tra le correnti di fiumi blu (2000), Quando il cielo diventa blu (2002), L’arte del gigolò (2002).

Nella nota dell’editore  al libro Scampoli si legge che “Bagni è figlio in tutto e per tutto del suo tempo (il novecento) e della sua terra (la Versilia)”. Carlo Bagni era cugino della mia mamma, figlia della sorella del padre di Carlo che era originario di Empoli, in provincia di Firenze.

Ho avuto l’opportunità di conoscere Carlo negli ultimi suoi dieci anni, dico conoscere nel senso di comunicare, di scambiarsi delle idee un po’ su tutto ciò che di attuale viviamo. Mi chiedeva notizie sul mio territorio, informazioni sulla terra dove suo padre era vissuto e sentivo in  lui il rimpianto di non avere frequentato quei luoghi, soprattutto nella sua infanzia, ma percepivo che si sentiva anche un po’ parte di noi. Si capiva che viveva tutto con grande passione, i suoi viaggi nel mondo, i suoi incontri, i suoi scritti di cui ne parlava con molta semplicità, quasi umiltà con quella voce, come ha sottolineato Del Bucchia, che “da alta e tonante si fa sussurrata e fioca, rauca e roca, graffiante, come quella di Chet Baker che tanto ama”, una voce che nel  mio silenzio, lontana dai rumori del mondo, sento così nitida da non offuscarne il ricordo.

Franca Ciari

 

 

 

 

 

 

Franca Ciari

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