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Le precisazioni dell’ASL Toscana Centro agli articoli di stampa sul Pronto Soccorso del Santo Stefano

Le precisazioni dell’ASL Toscana Centro agli articoli di stampa sul Pronto Soccorso del Santo Stefano

               

Prato – L’Azienda USL Toscana Centro ritiene necessario intervenire sulle tante affermazioni che vengono espresse sui vari mezzi di comunicazione sull’attività sanitaria e sulla relativa organizzazione del Pronto Soccorso di Prato.

Dispiace molto constatare come venga gettato discredito su un servizio che quotidianamente gestisce centinaia di cittadini e non lascia alcun paziente senza una diagnosi, una cura e un certificato di dimissione.

Il paziente, che effettua un accesso al pronto soccorso di Prato, vede quotidianamente la gestione del suo percorso da parte del personale sanitario del DEA.

Il paziente viene inquadrato, al termine della fase diagnostica e, nel caso di paziente destinato a ricovero ed in attesa di posto letto, l’organizzazione interna del DEA garantisce sempre la continuità della presa in carico del paziente avviando le cure pertinenti.

Pertanto la prima precisazione è che nessun cittadino è abbandonato su una barella. Tutti ricevono gli interventi di cui abbisognano ed è garantita la gestione clinica ed assistenziale del paziente fino al momento del ricovero. In nessuno degli articoli è stato riportato tale aspetto sostanziale.

Per chi ha memoria, è risaputo che nel periodo invernale di endemia influenzale, gli accessi al PS hanno sempre messo in difficoltà la gestione di tutto l’ospedale, come di tutti i PS dell’Azienda. Tanti cittadini si presentano, i letti sono tutti occupati ed è necessario più tempo per le dimissioni. In questo periodo pandemico, inoltre, una quota di letti continuano ad essere assegnati, per disposizione ministeriale, a pazienti infetti da covid-19. Ciò determina una riduzione dei posti letto globali dell’ospedale.

Per fare fronte a tali criticità, l’ospedale di Prato ha aumentato la capacità di dimettere dai reparti; i medici del PS, nonostante il numero ridotto di unità, gestiscono un reparto di approfondimento diagnostico e di cura nel DEA; c’è una forte collaborazione, con turni aggiuntivi dedicati nell’area AMA da parte dei medici dei reparti di degenza che supportano i colleghi dell’emergenza e l’organico infermieristico del DEA è stato ulteriormente implementato già dal mese di dicembre a maggior supporto degli aumentati flussi invernali. Anche in questo caso nessun articolo ha sottolineato la esemplare capacità di adattamento e modifica organizzativa che tutto il personale dell’ospedale Santo Stefano, in ogni ordine e grado, ha messo in essere.

Inoltre, grazie alla forte collaborazione da parte della struttura pratese di Villa Fiorita, si sta ulteriormente implementando la disponibilità di 7 posti letto di medicina direttamente utilizzabili con invio del paziente dal Pronto Soccorso e da AMA.

Si sta procedendo, infine, ad attivare anche i 24 posti letto di cure intermedie nel VOP, anche questi a supporto del DEA e dei reparti di degenza acuti del Santo Stefano.

È di ampia conoscenza che esiste in Italia una drammatica carenza di medici specializzati nell’emergenza-urgenza. Ciò è in essere anche nella AUSL TC e a Prato. Nonostante tale criticità, tutto l’ospedale ho risposto e ai pratesi è salvaguardato il servizio essenziale della presa in carico sanitaria, sicuro e di qualità.

L’Azienda comprende che esiste un livello dove il dibattito politico affronta temi di sanità pubblica ma nessuno deve mettere in dubbio l’impegno massimo che doverosamente e per finalità istituzionali l’Azienda sta mettendo in essere.

In tal senso va sottolineato come sono già in essere da tempo, a supporto del DEA, percorsi e modalità di presa in carico ulteriori che vedono il coinvolgimento di altre specialistiche, mediche e chirurgiche, in funzione della clinica del paziente (tra cui l’attività di day service multidisciplinare nella cosiddetta Ala sud e il fast track) ed effettuate appositamente in zone ospedaliere distanti del DEA, al fine del decongestionamento degli spazi.

inoltre è doveroso precisare alla popolazione pratese che, per quanto riguarda gli spazi dell’ala nord, è già stata effettuata la progettazione per l’utilizzo e la destinazione successiva al periodo pandemico. Tale area è stata realizzata in tempi record in piena pandemia ed in deroga ad una precisa normativa di accreditamento ospedaliero. Pertanto è stato avviato il necessario iter per la regolarizzazione dei necessari requisiti di funzionamento della stessa. La funzione che potrà svolgere tale area è di attività ambulatoriale e di day hospital.

L’opera di riqualificazione dell’Ala nord è ben nota all’Amministrazione comunale, con cui si sta collaborando pienamente, e la progettazione è a disposizione della stampa e degli organi istituzionali del Consiglio Regionale.

Ultima precisazione doverosa è relativa ad affermazioni riportate sulla stampa e riguardanti l’area CREAF.

Come si è avuto modo di comunicare più volte, la parte che verrà mantenuta in uso dall’Azienda è solo quella utilizzata con funzione di degenza covid nella pandemia. Le restanti aree sono state già riconsegnate alla proprietà. I veri costi d’investimento sostenuti, in emergenza pandemica, sono stati di 3,2 milioni di euro e non di 20 milioni, come riportato dalla stampa. L’Azienda sta operando la riprogettazione al fine di consentire la realizzazione di un Ospedale di comunità, su finanziamento PNRR.

 

Franca Ciari

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