CULTURA

La Caduta del Muro di Berlino, all’istituto Checchi una lezione di storia per celebrare i 30 anni dalla fine della cortina di ferro

La Caduta del Muro di Berlino, all’istituto Checchi una lezione di storia per celebrare i 30 anni dalla fine della cortina di ferro

 

Il sindaco Spinelli: “E’ caduto un muro ma intanto ne sono stati costruiti molti altri, anche in Europa”

 

FUCECCHIO, 9 NOVEMBRE 2019. Un evento della storia recente, la Caduta del Muro di Berlino, per comprendere ancora meglio l’attualità. La fine del mondo diviso in due, con il crollo del blocco comunista nell’est europeo, è stata questa mattina all’Istituto Checchi al centro di una bellissima lezione di storia che ha celebrato i 30 anni dalla caduta del Muro (9 novembre 1989) coinvolgendo tanti studenti del Checchi e anche una classe della scuola media Montanelli Petrarca, accompagnata dalla professoressa Sabatini.

A parlare del Muro di Berlino e di cosa ha significato nella storia del secolo scorso sono stati il professor Enrico Lavoratti, docente di storia e filosofia, e il fotografo Alessio Lazzeretti che ha mostrato agli studenti alcuni dei suoi scatti che sono in mostra fino all’8 dicembre nell’atrio del Palazzo Comunale.

All’incontro sono intervenuti il sindaco Alessio Spinelli, l’assessore alla cultura Daniele Cei e la dirigente dell’istituto “A. Checchi”, Anna Rita Leone.

“Dobbiamo conoscere la storia – ha detto il sindaco – per comprendere meglio l’attualità. Purtroppo spesso si ha la sensazione che l’uomo non impari dai propri errori, neanche dai più gravi. Basti pensare che oggi in Europa ci sono ben 16 muri che separano paesi e persone e che nel mondo le barriere di separazione sono addirittura 70 per una lunghezza totale che supera i 40 mila km, più o meno la stessa lunghezza dell’equatore”.

 

Il muro come simbolo di divisione è un tema che si sta riproponendo anche in tempi recentissimi.

“Anche in Italia – commenta Spinelli – qualche mese fa Matteo Salvini, quando era ministro degli interni, aveva paventato la necessità di costruire un muro al confine con la Slovenia qualora non si fosse riusciti a bloccare il flusso dei migranti da est. Tutto questo dimostra che ciò che si pensava dovesse accadere con l’era della globalizzazione e il successo delle democrazie liberali, e cioè un mondo senza confini e più libero, non sta avvenendo affatto. Anzi sta accadendo l’esatto contrario: si ricreano muri e barriere e tornano forti i sentimenti nazionalistici. Il nazionalismo, quel “cancro” che in Europa conosciamo bene e che ha portato a due guerre mondiali e alla morte di decine di milioni di persone. Gli Stati sovrani, il sovranismo, il mito di una razza migliore delle altre sono tutti concetti già sperimentati nel secolo scorso. Concetti che hanno lasciato segni indelebili, segni che ancora oggi alcune persone portano sulla propria pelle. Come Liliana Segre che dopo aver sofferto la prigionia e le torture dei campi di concentramento oggi, a 89 anni, è costretta a vivere sotto scorta. Lo Stato Italiano, come ha sottolineato anche il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, si vede costretto a mettere sotto scorta una signora anziana che non ha mai fatto male a nessuno, anzi lo ha subito in maniera atroce, per proteggerla dai fanatici, da chi vorrebbe tornare ad un passato fatto di odio, di violenza e di dittature. Queste situazioni devono farci riflettere profondamente, anche a livello locale. Non possiamo far passare sotto silenzio, ad esempio, il gesto dei consiglieri comunali della Lega che a Fucecchio, nella nostra città, non si sono neppure alzati per dedicare un applauso a Liliana Segre. Se la classe politica offre questi spettacoli, a tutti i livelli, il rischio è che la storia possa tornare indietro e riproporci il peggio di ciò che i nostri nonni hanno già vissuto”.

 

Ufficio Stampa – Comune di Fucecchio

Franca Ciari

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