CULTURA

Hack for project

Una storia che presenta la metodologia dell’hackathon e i suoi risultati, raccontata da Lucia Lizzadro, docente  di grafica e audiovisivo al Liceo Artistico di Porta Romana e Sesto Fiorentino.

In occasione dell’open day di gennaio presso il Liceo artistico di Sesto F.no (FI), ai ragazzi e ragazze della scuola secondaria di primo grado, abbiamo proposto di partecipare a un’attività di progettazione sotto forma di sfida da realizzare con il supporto di studenti e studentesse della nostra scuola nel ruolo di tutor; l’attività si è svolta nell’arco del pomeriggio e negli spazi attrezzati della scuola con la presenza di docenti d’indirizzo. I ragazzi e le ragazze in visita, organizzati in piccoli gruppi, si sono messi alla prova in un’attività che gli ha consentito di dare forma alla propria creatività: dall’ideazione alla realizzazione, utilizzando tecniche tradizionali e digitali. Ogni gruppo, al termine del pomeriggio, ha presentato il proprio progetto e, una giuria composta dalla Dirigente, Laura Lozzi, da un genitore e un rappresentante degli studenti dell’Istituto, ha decretato il gruppo vincitore e assegnato un premio.

I ragazzi e le ragazze attraverso la metodologia dell’hackathon, composto di quattro fasi: esplorazione e analisi, ideazione, prototipazione e condivisione, hanno sperimentato una modalità collaborativa e creativa per dare forma alle idee relative al progetto di un portacellulare sostenibile, funzionale e innovativo.

I progetti realizzati da ogni gruppo sono stati il frutto di confronto e sperimentazione tra ragazzi e ragazze provenienti da diverse scuole secondarie di primo grado del territorio che non si conoscevano, ma hanno unito le idee per un progetto comune che si è trasformato in prototipo realizzato con l’argilla e accompagnato da una presentazione digitale.

La metodologia hack consente di unire forma e contenuto, metodologie tradizionali e digitali; inoltre, il supporto organizzativo dei ragazzi tutor che, con entusiasmo e generosità, hanno lavorato insieme, ha contribuito in modo decisivo al successo dell’iniziativa. Molti ragazzi tutor hanno fatto propria la lezione degli hackathon a cui in precedenza avevano partecipato e si sono sentiti in dovere di guidare l’attività progettuale dei partecipanti all’Hack for Project. Orientare sperimentando, divertendosi, creando ponti tra generazioni è la scuola che ci piace, è la scuola che prende per mano il futuro.

Alessandro Lazzeri

GazzettaToscana.it è un quotidiano online di cronaca indipendente sui fatti che circondano la zona della Toscana.

Articoli Correlati

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Pulsante per tornare all'inizio