CULTURA

Gli Uffizi celebrano il primo Dantedì con l’acquisto di “Francesca da Rimini nell’Inferno dantesco”. Parte anche la mostra online sulle ‘Immagini dantesche dalle Gallerie degli Uffizi’. E su Facebook il tour virtuale negli ‘inferi’ del museo.

L’opera è  il capolavoro giovanile del  pittore protoromantico Nicola Monti, (Pistoia 1781-Cortona 1864)  artista stravagante e scrittore prolifico, attivo in Toscana, Polonia e Russia. Il dipinto di grande formato,è stata  acquistata dalle Gallerie degli Uffizi nel dicembre 2019 dal collezionista Carlo Bardelli e rappresenta l’ episodio  più celebre del canto V dell’Inferno-

La ,tela dipinta nel 1810  anticipa di molto tempo  analoghi soggetti nel patrimonio figurativo  italiano ed europeo . Monti sceglie di raffigurare in varie tarsie  l’incontro tra  Dante e i due amanti  mentre  vengono  fermati da Virgilio per consentire il  colloquio con il poeta che cadrà svenuto condividendo nel profondo la pena di questo impossibile amore . In un paesaggio infernale dove si scorgono molti dannati che emergono da rocce quasi laviche ,  gli amanti  Paolo Malatesta e Francesca da Polenta  vengono  tormentati  da un  forte  vento di tempesta. Francesca sarà  la sola a parlare con il Poeta mentre Paolo in silenzio piange disperato sentendosi  ancora  colpevole per il suo gesto  . La donna narra la loro storia d’amore e la  complice lettura del libro  che fu per loro “galeotto” poiché    scrivendo con parole intime  l’amore di Tristano per  Isotta  li aveva spinti entrambi verso un comportamento  di insana passione, fino  al  tradimento di Gianciotto fratello dell’ uno e marito dell’ altra . Questa scandalosa e tormentata  vicenda,  che non sappiamo quanto sia frutto d’invenzione ,  si conclude con l’uccisione della coppia per mano del marito Gianciotto Malatesta. Travagliata storia d’amore , a lungo soggetto  dei  racconti della  cultura popolare e non solo    fino  a divenire nel XIX secolo il simbolo dell’ amore  romantico  . Il dipinto fu donato  da Monti al barone Fauchet, prefetto del Dipartimento dell’Arno dal 1809 al 1812, in segno di riconoscenza per gli aiuti  finanziari ricevuti.

Era infatti spesso suo ospite e proprio nella sua casa  l’artista aveva conosciuto, la più bella dama fiorentina , la  contessa Eleonora Maria Teresa Pandolfini che sembra  essere stata per Niccola Monti   il  grande amore della sua  vita.

Il dipinto riflette l’animo solitario e tormentato di questo artista, dotato di una fantasia feconda e di una notevole ricchezza di invenzione, quasi da neo manierista, come ricordavano i suoi contemporanei.

 

Per celebrare il Dantedì è in programma  anche L’IPERVISIONE DANTESCA SUL SITO DEGLI UFFIZI: a partire dalla notte tra il 24 e il 25 marzo sarà disponibile su www.uffizi.it una esposizione virtuale dedicata a Dante, “Non per foco ma per divin’arte. Immagini dantesche dalle Gallerie degli Uffizi”: una scelta di 11 opere appartenenti alla collezione delle Gallerie, tra dipinti, disegni e sculture dal Quattrocento all’Ottocento racconteranno la figura, i personaggi e la fortuna dell’Alighieri nella storia dell’arte. Tra queste il celeberrimo affresco di Andrea del Castagno raffigurante il Poeta e scene dalla Divina Commedia come La Selva oscura di Federico Zuccari (1540 ca. – 1609) e l’Ingresso nell’Ade con Virgilio di Livio Mehus (1630 ca. – 1691), oltre a capolavori di Cimabue, Giotto, Botticelli e Pio Fedi. Introduce l’ipervisione un saggio su Dante e l’arte di Paolo Procaccioli, professore ordinario all’università della Tuscia di Viterbo (il 26 marzo sarà disponibile anche la versione in inglese).

 

IL TOUR (VIRTUALE) NEGLI “INFERI” DELLA GALLERIA: una visita divisa in due episodi, alla scoperta dei sotterranei della chiesa medievale di San Pier Scheraggio, inglobata nel XVI secolo da Giorgio Vasari nella fabbrica degli Uffizi: questo viaggio virtuale negli scavi dell’antico edificio riporterà i visitatori indietro nel tempo, alla Firenze di primo Trecento quando nel luogo si riuniva il Consiglio del Popolo di cui fu membro Dante Alighieri. Nel primo video Novella Lapini, assistente museale, illustra i rapporti tra la chiesa romanica di San Pier Scheraggio e il Sommo Poeta. La “discesa agli inferi” avverrà con la guida di un ‘Virgilio’ d’eccezione, il funzionario archeologo e curatore dell’arte classica della Galleria, Fabrizio Paolucci, che scendendo negli scavi non visibili al pubblico ci farà recedere a tempi ancora più antichi, fino al periodo romano. Entrambi i video verranno resi disponibili sulla pagina Facebook degli Uffizi la mattina del 25 marzo (www.facebook.com/uffizigalleries).

 

 

Alessandro Lazzeri

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