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Cinema: in sala allo Stensen “Le chiavi di una storia” di Federico Micali, il film sulla comunità dell’Isolotto di Firenze // Sabato 3 dicembre alle 19 e domenica 5 alle 11 (ingresso 5 euro), alla presenza del regista

“Le chiavi di una storia”, la comunità dell’Isolotto 

in sala allo Stensen sabato e domenica

Dopo l’emozionante anteprima del Festival dei Popoli,
il documentario del regista fiorentino Federico Micali inizia la sua distribuzione in sala.

 

La storia vera del quartiere Isolotto a Firenze e della sua comunità, dalla contestazione del ’68 alle attenzioni mediatiche, tra Chiesa e popolo, arriva sul grande schermo. “Le chiavi di una storia” del regista fiorentino Federico Micali, presentato nella selezione del 63° Festival dei Popoli con un’emozionante proiezione sold out, arriva in sala e parte dal Cinema Stensen di Firenze con un doppio appuntamento: sabato 3 dicembre alle ore 19 e domenica 4 dicembre alle ore 11, seguito da un incontro con il regista e la Comunità dell’Isolotto (ingresso 5 euro). Il documentario racconta la storia della Comunità attraverso una serie di testimonianze e l’uso di materiali di repertorio conservati presso l’Archivio della Comunità stessa.

C’è stato un momento in cui il quartiere popolare dell’Isolotto di Firenze è stato al centro dell’attenzione mediatica mondiale: la contestazione del ’68 si era allargata per la prima volta alla chiesa dove un’intera comunità stava praticando le idee del Concilio Vaticano secondo, per una chiesa aperta e senza potere. E l’Isolotto, quartiere popolare ed operaio nato solo pochi anni prima, era il luogo perfetto in cui coltivare legami nuovi e obiettivi comuni. Ma questi ideali trovarono una forte opposizione da parte dei vertici ecclesiastici, tanto da far decretare l’estromissione del parroco (Enzo Mazzi) e provocare una reazione del quartiere capace di iniziare un’inedita esperienza di autogestione orizzontale, e attenta alle disuguaglianze del mondo. Un’esperienza comunitaria cominciata in chiesa e proseguita nella piazza per oltre trent’anni, ed arrivata fino ad oggi, fuori dal “dominio del sacro”, e arricchita da molteplici iniziative sociali.

Sono stato coinvolto dalla Comunità per la realizzazione di questo lavoro – ha detto Micali –  e sono rimasto colpito soprattutto da questo senso di identità collettiva. Mi sono quindi indirizzato verso un racconto corale e condiviso, senza protagonisti né voci narranti di una storia paradigmatica e rivoluzionaria”.

La voglia di raccontarci – dicono dalla Comunità dell’Isolotto – si lega ai vissuti personali entro una trama collettiva che ha generato ha generato consapevolezza, partecipazione e che ha reso il territorio dell’Isolotto protagonista di conquiste ed esperienze sociali innovative nella recente storia di Firenze. L’obiettivo è anche quello di offrire alle generazioni che non hanno vissuto o conosciuto tutto questo una chiave di lettura che permetta di trovare nella narrazione ragioni per leggere e affrontare le sfide del presente”.

Era il 1954 quando furono consegnatele le chiavi di circa mille appartamenti realizzati nell’ambito di un progetto che interessava la riva sinistra dell’Arno, di fronte al parco delle Cascine: nasce così il quartiere dell’Isolotto di Firenze, la “città-satellite”, come definita dal sindaco La Pira. In un terreno fino ad allora abbandonato le nuove case furono assegnate a gruppi eterogenei di persone: profughi dell’Istria, impiegati, operai della Galileo e altre fabbriche fiorentine, sfollati e sfrattati, immigrati dal sud Italia. Principio cardine di questo nuovo quartiere era la diversità, quella stessa diversità su cui si erigerà la storica comunità dell’Isolotto che si è battuta per veder riconosciuti i diritti di tutti, guidata dal “prete ribelle” Don Mazzi (Enzo per la comunità). In un racconto corale, la voce degli stessi protagonisti, ritmata dalle immagini di repertorio, ci riporta indietro nel tempo e ci fa rivivere i momenti cardine che hanno infiammato il decennio degli anni ’60, le lotte di chi ha combattuto per cambiare e trasformare le istituzioni e aprire un dibattito politico e sociale sul fare comunità.


pscomunicazione.it

Franca Ciari

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