CULTURA

Cacciari per Dante alla Certosa il 27 settembre

Cacciari alla Certosa: Dante tra ragione, politica e profezia

Lezione domenica 27 settembre, alle 17 – L’iniziativa è stata promossa

dalle Opere di Santa Croce e di Santa Maria del Fiore con la Certosa

 

Firenze, 24 settembre 2020 – Massimo Cacciari sarà domenica 27 settembre alla Certosa del Galluzzo per una lezione sulla forza rivoluzionaria di Dante, tra ragione, politica e profezia. L’iniziativa, in programma alle 17, nasce dalla collaborazione tra le Opere di Santa Croce e Santa Maria del Fiore, la stessa Certosa e l’Arcidiocesi di Firenze, in vista del settimo centenario della morte di Dante Alighieri che sarà celebrato il 14 settembre 2021.

La Divina Commedia illumina Firenze di Domenico di Michelino, conservato nella Cattedrale di Firenze, è la celebre immagine pittorica scelta dagli organizzatori per promuovere l’iniziativa. “Dante può ancora illuminare la nostra contemporaneità – sottolinea don Alessandro Andreini vicepresidente dell’Opera di Santa Croce e membro della Comunità di San Leolino, a cui è affidata la Certosa del Galluzzo – L’invito è a interrogare Dante senza alcuna paura, a leggerlo nella sua asprezza senza indulgenze, a eleggerlo come interlocutore delle nostre domande più profonde e vere”.

È una profezia, quella di Dante, che non teme di proporre al proprio tempo – e da allora anche a noi – una visione nuova sia della politica che della religione. “Dobbiamo pensare quale forza rivoluzionaria abbia avuto la Commedia nella cultura del tempo di Dante, per l’affermazione di nuove esigenze religiose e politiche – sostiene Massimo Cacciari nelle sue riflessioni – L’immagine che più volte Dante ci propone come modello positivo è sempre un’unità fatta di tante singole individualità che non perdono la loro distinzione ma si compongono in nuova armonia”.

Cacciari rileggerà l’avventura umana, letteraria e spirituale dantesca utilizzando tre chiavi di lettura: la ragione, la politica e la profezia. “Dante è già al cuore della soglia critica della modernità, figura di crisi e di passaggio – sottolinea don Andreini – lo smarrimento del protagonista della Commedia, infatti, è quello dell’uomo che già coltiva le domande che faranno esplodere la grande e ben ordinata visione del mondo antico, nella quale il cristianesimo si è inserito nel modo più lineare e compiuto. Un uomo in dubbio su tutto quello che è reale, alla ricerca, appunto, di una nuova idea di ragione, una ricerca, verrebbe da dire, ancora tutta da compiersi”.

 

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Franca Ciari

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