CULTURA

700 anni dalla morte di Dante. Solenne celebrazione in Santa Croce

Alle 18 Messa presieduta dal cardinale con la comunità francescana della basilica

700 anni dalla morte di Dante, oggi in Santa Croce solenne celebrazione

Il saluto della presidente dell’Opera Cristina Acidini e di padre Paolo Bocci

 

Firenze, 14 settembre 2021 – 700 anni esatti dalla morte di Dante Alighieri, il 14 settembre 1321. Oggi a Firenze, nella basilica di Santa Croce alle 18, ha inizio la solenne concelebrazione in onore del Sommo Poeta, presieduta dal cardinale Giuseppe Betori con la comunità francescana di Santa Croce. La celebrazione eucaristica “Dantis Poetae Transitus”, animata dal coro Araldi di S. Margherita da Cortona con brani tratti dal Laudario Cortonese, è preceduta dai saluti di padre Paolo Bocci e della presidente dell’Opera di Santa Croce Cristina Acidini. Al termine il saluto del direttore del Centro Dantesco dei Frati Minori Conventuali di Ravenna, Padre Ivo Laurentini. Aldo Cazzullo leggerà poi il Canto XI del Paradiso.

Ecco il saluto della presidente Cristina Acidini

È con gratitudine ed emozione che rivolgo a Sua Eminenza reverendissima il cardinal Giuseppe Betori, al rettore della comunità dei Frati Minori Francescani padre Paolo Bocci, alle autorità e a tutti i presenti il saluto dell’Opera di Santa Croce.

La celebrazione di questo pomeriggio è certo tra le più importanti manifestazioni che solennizzano il giorno stesso della morte di Dante Alighieri, sette secoli fa: essa conferma e quasi sigilla il legame del poeta con la basilica e il convento di Santa Croce, luoghi che egli certamente ebbe occasione di visitare, e che ancora rappresentano il suo ricordo ai fedeli e ai visitatori, nella duplice forma tangibile del cenotafio di mano di Stefano Ricci all’interno, e del monumento opera di Enrico Pazzi, nella piazza.

Ricondurre la memoria di Dante in ambito spirituale significa inoltre rammentare la sacralità del contenuto poetico della Divina Commedia, che gli valse a lungo la fama di teologo.

Sono particolarmente lieta, aggiungo, che all’interno del complesso di Santa Croce sia da ieri in corso di svolgimento un progetto artistico, coniugato con le tecnologie più avanzate: Dante, Il poeta eterno. Grazie a questo progetto dell’artista Felice Limosani, la Cappella Pazzi ospita immagini a scala monumentale e altissima risoluzione tratte dalle celebri tavole di Gustave Doré, il più popolare illustratore della Divina Commedia. Ed ecco che l’architettura brunelleschiana della cappella è divenuta una nobile soglia aperta sui regni ultraterreni, dove si agitano e si sublimano le passioni umane, dalle più feroci alle più soavi, così note all’esule Alighieri.

I padri francescani, il Comune di Firenze, il Fondo Edifici di Culto del Ministero dell’Interno e molti sostenitori pubblici e privati hanno creduto in questa idea, e reso possibile una manifestazione eccezionale, che mi auguro coinvolga e commuova un vasto pubblico, a cominciare dai più giovani per i quali i nuovi linguaggi sono certo più congeniali.

Questo anniversario, caduto in piena pandemia, ci ha ricordato quanto la poesia e l’opera di Dante sia universale e per questo contemporanea ad ogni momento storico.  Sono sicura che, oltre la celebrazione di questo settecentenario, il forte messaggio etico e spirituale di Dante continuerà a guidarci e a costituire un punto di riferimento condiviso.

 

E quello di padre Paolo Bocci.

Saluto e ringrazio sua Em.za il Cardinal Giuseppe Betori le autorità civili e militari presenti, La Presidente dell’Opera il nostro confratello padre Ivo Laurentini Direttore del Centro Dantesco di Ravenna, ringrazio tutti i confratelli nel sacerdozio concelebranti, ringrazio anche per la sua presenza Aldo Cazzullo e il coro gli araldi di s. Margherita.

Questo Centenario è un’occasione speciale per riaffermare il grande legame del sommo poeta con quella fucina culturale e teologica dello studium teologico di S. Croce che vide avvicendarsi personalità forti di dotti Predicatori e letterati del francescanesimo come Pietro di Giovanni Olivi e Ubertino da Casale dove si trasmettevano idee nuove, visioni profetiche sulla Chiesa e sul mondo.

Idee cui Dante attingeva e che influenzarono anche la sua produzione letteraria come la Lectura super Apocalypsum di Ubertino per la sua composizione della divina Commedia.

I francescani hanno onorato Dante nel corso dei secoli commentando e spiegando al popolo i versi della Divina Commedia.

Non possiamo non ricordare a questo proposito almeno frate Accursio Bonfantini che nel 1318 fu maestro e lettore nello Studium di S. Croce e che, dopo poche settimane dalla morte di Dante, ebbe l’incarico dalla Signoria di Firenze di leggere e commentare la Commedia ogni domenica nel Duomo di Firenze.

Ma celebrare Dante significa far nostri i suoi valori umani e spirituali che ancora oggi ci sono necessari per riprendere con speranza il nostro cammino in questo difficile tempo di pandemia, e passare dallo smarrimento delle varie selve oscure che ci rinchiudono nei nostri steccati ad una visione più alta e piena di nuove relazioni, in cui ritrovarci solidali e fraterni, uniti da quell’amore divino che tutto muove.

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Franca Ciari

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